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Stefano Venier: “L’impegno nel progetto Ravenna CCS è parte integrante del nostro piano strategico, ed è coerente con la nostra intenzione di porci quale operatore multimolecola, per abilitare una transizione energetica giusta ed equilibrata, nell’ambito della quale offrire anche ai soggetti più energivori la possibilità di intraprendere percorsi di decarbonizzazione che ne preservino la competitività”.
“L’impegno nel progetto Ravenna Ccs è parte integrante del nostro piano strategico”, ha ricordato l’AD di Snam Stefano Venier annunciando l’avvio a Ravenna delle attività di iniezione nel primo impianto italiano permanente per la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica (Ccs). La Fase 1 del progetto, partita lo scorso 3 settembre, ha l’obiettivo di catturare, trasportare e stoccare la CO2 emessa dalla centrale Eni di trattamento del gas naturale di Casalborsetti, nel Comune di Ravenna, stimata in circa 25mila tonnellate per anno: una volta catturata, l’anidride carbonica viene trasportata, attraverso condotte precedentemente utilizzate per il trasporto del gas naturale e opportunamente riconvertite, fino alla piattaforma offshore di Porto Corsini Mare Ovest, per poi essere iniettata nell’omonimo giacimento a gas esaurito dove viene stoccata permanentemente a circa 3.000 metri di profondità. Il progetto che il Gruppo guidato da Stefano Venier sta portando avanti insieme a Eni si distingue sia per le caratteristiche distintive che per il potenziale di stoccaggio: garantisce infatti un livello di abbattimento superiore al 90%, e con punte fino al 96%, della CO2 in uscita dal camino della centrale, con una concentrazione di carbonio inferiore al 3% ed a pressione atmosferica. Inoltre l’impianto di cattura della centrale di Casalborsetti è alimentato con energia elettrica da fonti rinnovabili, con il risultato di evitare ulteriori emissioni di CO2.
L’AD di Snam Stefano Venier ha inoltre ricordato come il progetto Ravenna Ccs sia in linea “con la nostra intenzione di porci quale operatore multimolecola, per abilitare una transizione energetica giusta ed equilibrata, nell’ambito della quale offrire anche ai soggetti più energivori la possibilità di intraprendere percorsi di decarbonizzazione che ne preservino la competitività”. La Fase 2 infatti prevede nei prossimi anni lo sviluppo su scala industriale di Ravenna Ccs: Eni e Snam prevedono di stoccare fino a 4 milioni di tonnellate l’anno entro il 2030, in linea con gli obiettivi definiti dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (Pniec). “Facciamo leva sulle nostre storiche competenze nel trasporto e nello stoccaggio di molecole con particolare riferimento all’area padana, nella quale siamo già radicati con asset strategici, che da decenni sostengono lo sviluppo economico e sociale del Paese”, ha proseguito Stefano Venier evidenziando le ricadute positive per il territorio: il progetto di Ravenna si candida a diventare il polo italiano per la decarbonizzazione delle industrie energy intensive e hard to abate. “La joint venture con Eni si colloca, peraltro, nella medesima traiettoria di analoghi progetti di interesse europeo a cui partecipiamo attraverso le nostre partecipate in Francia, Grecia e Regno Unito, e dai quali ci attendiamo di poter attingere sinergie funzionali al successo di Ravenna CCS”, ha ribadito infine l’AD: Snam ed Eni stanno inoltre portando avanti iniziative di ricerca e sviluppo per un possibile riutilizzo futuro della CO2 catturata.
Tags: Stefano Venier
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