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Stefano Venier: Snam insieme a Eni nel primo progetto di CCS a Ravenna, intervista all’AD

L’AD di Snam Stefano Venier: “Nel nostro ruolo di operatore infrastrutturale di trasporto molecole per il Paese, abbiamo raccolto con convinzione la sfida di essere parte del primo progetto italiano di CCS su scala industriale, legato all’Hub di Ravenna”.

 Stefano Venier

Stefano Venier: CCS, Snam ed Eni al lavoro su “un’infrastruttura essenziale per la competitività del tessuto industriale”

L’AD di Snam Stefano Venier, intervenuto nel corso del 49° Forum di Cernobbio, ha preso parte alla presentazione dello studio strategico sulla Carbon Capture & Storage (CCS) sviluppato da The European House-Ambrosetti con il contributo di Snam ed Eni. “Il potenziale legato allo sviluppo delle attività di CCS a supporto del sistema industriale di base può essere concreto e importante”, scrive in merito su LinkedIn rifacendosi ai risultati: la CCS, come emerge dallo studio, è infatti “una tecnologia matura e consolidata, sicura e soprattutto utile per tutti quei processi industriali che prevedono la produzione di CO2 in quantità rilevanti e che non trovano risposta in altre clean tech”. Una sfida che Snam ha deciso di raccogliere “con convinzione”, come spiega l’AD Stefano Venier nell’articolo che “L’Economia”, la voce economica del “Corriere della Sera”, ha dedicato al primo progetto italiano di CCS su scala industriale legato all’Hub di Ravenna “attorno al quale svilupperemo un’infrastruttura essenziale per la competitività del tessuto industriale esistente e potenzialmente capace di giocare un ruolo chiave nell’intero Mediterraneo”.

Stefano Venier a “L’Economia”: CCS, il progetto Snam-Eni “un’occasione anche per le industrie straniere”

L’Italia, come spiega l’AD di Snam Stefano Venier nell’articolo, può diventare l’hub della CCS per il Sud Europa: “Le potenzialità ci sono. Abbiamo il vantaggio di disporre di giacimenti esauriti di gas al largo dell’Adriatico di fronte alla Pianura Padana, dove si concentra la maggior parte delle industrie ad alta intensità di energia e di emissioni. Un vantaggio che potrà andare a beneficio dell’intero bacino del Mediterraneo, per esempio delle industrie francesi, per cui sarà più conveniente stoccare la CO2 a Ravenna e non trasportarla fino in Norvegia”. Sarà quindi “un’occasione anche per le industrie straniere”. A giocare a favore di Ravenna diversi fattori tra cui la posizione strategica, il porto, la cultura di impresa ma anche la presenza di realtà manifatturiere industriali che hanno la necessità di decarbonizzare le loro attività: nell’ottica di Snam ed Eni si traducono come condizioni funzionali allo sviluppo di progetti di cattura e stoccaggio della Co2 da realizzare con costi competitivi e in tempi brevi. Per quanto riguarda il trasporto, Snam ha intenzione di puntare su una strategia di soft infrastructure. “Miriamo a utilizzare parte delle condotte già esistenti in una logica di operatore multi-molecola: nei nostri tubi può scorrere gas naturale, ma anche biometano, idrogeno e, appunto, anidride carbonica”, precisa l’AD di Snam Stefano Venier a “L’Economia”.

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