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Vendite, il settore del Lusso non sembra conoscere mai crisi

Nonostante la pandemia, le guerre, l’inflazione e i venti di crisi c’è un settore economico dove le vendite marciano sempre a gonfie vele. È il settore del lusso, che negli ultimi quattro anni sta viaggiando sempre con il piede pigiato sull’acceleratore.

Cosa spinge le vendite

lussoIl fenomeno è abbastanza eclatante, soprattutto se pensiamo al periodo della pandemia. Siamo rimasti tutti chiusi in casa e i consumi si sono abbassati drasticamente.

È successo così anche per il settore del lusso, che tuttavia subito dopo è stato caratterizzato dal fenomeno del “revenge spending“, ossia il desiderio di tornare a fare acquisti grazie alla liquidità accumulata durante i periodi di lockdown.
Il settore del lusso probabilmente è quello che ha sfruttato più di tutti questo fenomeno.

I numeri

A partire dal 2019, il totale delle vendite del settore del russo negli Stati Uniti ed in Europa ha conosciuto una accelerazione tra l’80 e il 100%. Chi inizialmente ha tradito un po’ le aspettative è stata la Cina, che è il mercato principale dove si vedono trading con volumi elevatissimi (soprattutto per alcuni segmenti).

Il consumatore cinese si è fatto più cauto a causa della brutta scottatura che ha subito con il lungo lockdown. Per questo le vendite non hanno corso come in Europa e negli Stati Uniti. Tuttavia c’è la concreta prospettiva che ricominceranno a farlo nei prossimi mesi.

Il futuro del lusso

E fuor di dubbio che il boom del settore del lusso negli Stati Uniti e in Europa probabilmente rallenterà nel prossimo futuro. Però a quel punto il testimone – tenuto anche conto del numero crescente di milionari e miliardari emergenti – passerà alla Cina. Bisogna peraltro aggiungere che, assieme alle vendite, sono cresciuti notevolmente anche i margini di profitto che hanno raggiunto i massimi storici.

Se consideriamo il prezzo/utile di LVMH, un barometro per il settore del lusso, rispetto al mercato europeo è stato scambiato con un premio del 35-40% tra il 2001 e il 2019. Il premio è salito al 120% nel 2021. Quest’anno è sceso a un premio del 63%. Sarà più basso di prima, ma resta ancora relativamente alto rispetto allo storico.

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